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domenica 29 aprile 2012

Bossi ignora, Maroni scopa e Belsito "Lega" con la n'drangheta!

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"Sciur Terun de li beli braghi bianchi foera li palanchi, foera li palanchi...". Ma chi lo avrebbe mai detto che proprio all’interno del Carroccio la n'drangheta calabrese avrebbe trovato un habitat così naturale e un humus così ricco da permetterle di attecchire e crescere rigogliosa?

Eh sì! Belsito è un fiume in piena. Oltre alle sue ormai note attività di dossieraggio, questo strano e intraprendente tesoriere, mostra anche di avere grandi doti investigative e manageriali, considerato il sistema ingegnoso di “anti-intercettazione” che aveva saputo mettere su. Accidenti, ragazzi! Roba da fare impallidire James Bond! Francesco Belsito davanti al procuratore aggiunto Alfredo Robledo e ai pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini ha spiegato come, con il bene placido dei vertici del partito, riusciva a “diversificare” gli investimenti e a movimentare il denaro dei fondi Lega verso Tanzania e Cipro. Certo, lui si muoveva autonomamente per le singole operazioni, ma tutti sapevano e tutti si fidavano del suo fiuto negli affari! E’ davvero incredibile. A guardarlo sembra un dimesso mezzemaniche, senza infamia e senza lode. Mai fidarsi delle apparenze! 

bossi, belsito, 'ndrangheta, de stefano, calabria, lega nord, riciclaggio, fondi pubblici, senatur, trota, sprechi,Ma non è finita qui. Perché, il verde genio della finanza godeva della fiducia non solo dei dirigenti leghisti ma anche di altri più inquietanti e tristemente noti personaggi: i De Stefano di Reggio Calabria.  Gli investigatori, infatti, hanno anche avanzato l'ipotesi dell'esistenza di un conto cifrato in Svizzera che serviva a Belsito per fare investimenti sospetti. Ed è proprio su questo conto che aleggia l'ombra della n'drangheta che si sarebbe avvicinata all'ex tesoriere, grazie agli emissari milanesi quella che è considerata una delle cosche più potenti della Calabria, per riciclare il denaro proveniente dalle attività illecite della famiglia De Stefano.  Ovviamente, sempre a detta di Belsito, tutto questo era noto ai vertici della Lega, così come il Senatur era al corrente dei soldi spesi per il Trota, per la sua dimora e per l’intera sua famiglia.

Viene da dire, parafrasando qualcuno: Roma Ladrona un par de sigilli!

martedì 31 gennaio 2012

La guerra di B&B, divorzio all’italiana

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Bossi & Berlusconi non gliel’hanno fatta. Alla fine anche i grandi amori crollano sotto il peso degli infiniti battibecchi che, giorno dopo giorno, vanno a sostituire dolci frasi d’amore e comunione d’intenti. 

Il divorzio tra Bossi e Berlusconi è ormai nell’aria. E qui non si tratta di una questione di sentimenti finiti, ma della fine di un rapporto accompagnato da rivendicazioni, scorrettezze e invettive senza esclusione di colpi. Una sorta di resa dei conti, un "tramonto coniugale" che si alimenta con nuove fiamme che portano il nome di Mario Monti e Roberto Maroni

Le premesse ci sono tutte. A nulla possono gli "ultimatum" che Bossi lancia a Berlusconi per salvare il loro idillio. Berlusconi è invaghito di Monti e Bossi, geloso, non perdona. E la gelosia, si sa, non è mai buona consigliera. E allora giura di far capitolare la Giunta regionale lombarda pur sapendo che queste sono “minacce” vane, perché con Maroni a fare da terzo incomodo, il Senatur sa che non è più lui il padrone di casa Lega. Dal canto suo, Berlusconi sacrificherà Formigoni pur di restare sotto le coperte insieme a Monti. Il caro Silvio è in caduta libera, lo dicono i sondaggi. Non può togliere la fiducia a Monti e far piombare l'Italia nel rischio concreto di default. Chi glielo perdonerebbe? E mentre i maroniani aumentano sempre di più, il fischiato Bossi perde terreno. Allora scalpita, s’infuria, alza il tiro, cerca il contropiede invocando elezioni anticipate, dandosi da solo una martellata sui gioielli di famiglia, perché se nel frattempo dovesse accadere il “miracolo” tanto atteso dagli italiani della riforma elettorale, addio Lega anche in Lombardia.  

E così siamo al triste epilogo di una storia d'amore. E chissà, forse siamo anche alla fine della premiata ditta B&B (Berlusconi & Bossi) che un giorno, pur di portarci al baratro, si erano incontrati per “fatal combinazion” e, con buona pace di tutti, si erano pure tanto amati. 

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lunedì 23 gennaio 2012

Bossi e Maroni, parenti serpenti

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Fra un "Berlusconi molla questo Governo o ti molliamo noi…”, e un "Monti fuori dai c…" si chiude il comizio di Milano del Senatur, mentre un muto e ignorato Roberto Maroni fa bella mostra di sé vicino al palco. Dice male alla famiglia del Carroccio, fatta di parenti che in pubblico si abbracciano e in privato si pugnalano alle spalle. Parenti serpenti che ben rappresentano quel microcosmo un po' provinciale che sa diventare molto "velenoso" quando si tratta di interessi e potere. 

Ed è così che le parole di Bossi, fra fischi, fiaschi e omini verdi infuriati, risuonano come un patetico canto del cigno. Come stride con la verità quella foto in prima pagina sulla Padania che mostra i vertici della Lega Nord che sfoggiano un bicchiere di vino e un sorriso a detti stretti che pare un ghigno! 

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I leghisti, inconsapevoli per finta, provano a invocare un congresso con la speranza (ormai vana) che con nuove pedine e nuovi slogan, si possa ritornare ai vecchi fasti. Purtroppo per loro (e per fortuna per noi), sembra proprio che mala tempora currunt per il Carroccio! E non solo per i fischi indirizzati al Verde leader e le minacce di "cucinare" al cartoccio il “trota”, ma anche perché, dopo che con il suo noto fare educato e galante, il Senatur ha chiamato “terùn “ il presidente Napolitano, molte città italiane (da Verona a Bari passando per Vicenza, Bassano, Brescia, Trento, Milano, Roma e Napoli) hanno raccolto firme per depositare una denuncia nei suoi confronti.

Speravano che ci rompessimo, invece io li ho riuniti tutti e si sono dati la mano e questo è il vero segnale di unità", dice il Senatur mentre nega la parola a Maroni. Ma che bella unità. Si azzuffano, si spaccano, si odiano, si minacciano. E mentre Bossi dice "li ho riuniti tutti", Bobo pensa a una nuova Lega e Maroni, barbaro e sognante ammicca alle sue truppe per portare il suo esercito sotto un’altra padana bandiera.

senatur,terùn,napolitano,bossi,lega,maroni,berlusconi,milano,carroccio,comizio,fischiDividi et impera dice lo stratega! In questo caso, però, si vedranno solo le conseguenze del "dividi", perché dell’“impera” non potrà godrà nessuno: la Lega si sta sì polverizzando, ma solo per colpa di una violenta implosione interna destinata a non lasciare nè traccia nè scettro. 

giovedì 15 dicembre 2011

Bossi, salvati dalla sua risata

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Che cosa farà il Senatur se dovesse incontrare il Cavaliere? "Mi metto a ridere... ”. Così ha risposto, sancendo la fine di una passione che, fra un frizzo, un lazzo e un pianto, dura da anni. Ma è davvero finita, o siamo di fronte all’ennesimo fraintendimento?

Certo, che a Bossi l’unica cosa che in questo momento riuscirebbe a farlo istericamente ridere, potrebbe essere il "decadimento" fisiologico delle sue parti basse. Per il resto, fra demagogia, populismo, moneta padana, attacchi di bile e un “vai a cagare” in aula (tanto per gradire), ha ben poco da stare allegro. 

A meno che, l’aggravarsi di quelle stesse patologie che lo portano a dire frasi deliranti, come “Berlusconi sta con i comunisti”; "la Padania non costa e si mantiene da sola”; "Avremo la nostra moneta, ma ora è presto. Potremo agganciarci a un'altra moneta quando ci sarà l’euro a due velocità. Alla Germania, per esempio” (accarezzando la prospettiva, per noi incomprensibile, di diventare una provincia meridionale di un’Europa a trazione tedesca), non lo condurranno sul crinale del delirio ridens. Allora, forse, invece di dar vita a sceneggiate urlate nel teatrino di Palazzo Madama, potrebbe lasciarsi andare a sonore risate che, in un battibaleno, contagerebbero tutti, persino Monti costretto ad abbandonare il suo aplomb inglese, per rotolarsi a terra trascinando con sé fogli, scranni, onorevoli, valletti e pure uscieri. Dal Palazzo, le irrefrenabili risate, raggiungerebbero tosto la strada, e tutta Roma si metterebbe a ridere. Da Roma il contagio si espanderebbe a macchia d’olio: Abruzzo, Molise, Marche Umbria, Toscana e ancora più su, fino alle Alpi al Nord, e più giù fino a solleticare l’Africa al Sud. Da qui l’epidemia si propagherebbe al mondo intero.

004.GIFSenza antidoto, tutti resterebbero vittima di questo virus euforico ribattezzato "risata del Senatur". E così, per forza di cose, i magnati dell’industria sarebbero costretti a smettere di accumulare ricchezze; i banchieri ad allentare i cordoni; gli speculatori dovrebbero bloccare le loro proficue attività; il malaffare subirebbe un duro arresto; le guerre finirebbero fra una risata e l’altra. Ed ecco che lo Spread calerebbe vertiginosamente e le Borse comincerebbero la loro sorridente ascesa. La Terra dovrebbe riposizionarsi per girare intorno a questa risata collettiva.

Si capovolgerebbe e, in questa evoluzione, rimetterebbe tutto al posto giusto, salvando l’umanità intera da crisi, disastri, guerre, povertà e... politici. Accidenti! Ma ci pensate? Salvati da una risata del Senatur! L’avreste mai detto?

giovedì 3 novembre 2011

Influenza, attenti al nanovirus!

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I virus più sono "nani" e più possono essere letali. La comunità scientifica dopo innumerevoli tentativi, è riuscita a isolare il virus che sta dando filo da torcere non solo agli italiani. 

mafalda01.gifIncubatosi in molti portatori "insani”, il vrus letale è riuscito a sconfinare, impestando anche i nostri cugini europei. Il virus è talmente piccolo che la sua individuazione è stata un'impresa epica. C'è voluta la tenacia e l'ausilio dei più sofisticati microscopi, per metterlo in luce. Nei vari tentativi, gli scienziati sono riusciti a isolare il virus dell'influenza A, dell'influenza suina, della temuta aviaria e persino quello più innocuo del comune raffreddore, riconoscibile dal fatto che gli cola il naso! 

Purtroppo per il virus ribatezzato "nanovirus", che si sta dimostrando longevo e molto aggressivo, ancora non si riesce a trovare l'antidoto atto a debellarlo. E' stata sperimentata la molecola "PD" ma, nonostante  aspettative, apparenze e buone intenzioni, dopo soli dieci secondi di tenuta, la molecola che nella sua interezza si mostra efficace, si frantuma in tante piccole molecole che, ormai innocue, si trasformano in un prezioso ricostituente che dà rinnovato vigore al terribile "nanovirus".

Ora, sembra che gli scienziati stiano lavorando a un nuovo vaccino. La nuova molecola è formata da una "Lega" di colore verde. Il composto è preparato con succhi gastrici e travasi di bile estratti dalla nota specie rara detta "senatur" che vive nelle terre "padane". Tale vaccino è in fase di sperimentazione. Vi terremo aggiornati sugli eventuali sviluppi!

mercoledì 19 ottobre 2011

Bossi, Tosi e il dito medio!

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Che il Senatur non abbia la classe di un lord inglese, è cosa nota. Alle sue maniere, diciamo così, poco ortodosse (tanto per essere buoni) ci siamo abituati. Il suo dito medio è diventato quasi un simbolo nazionale. Bossi, probabilmente,  passerà alla storia solo per essere stato il “ministro dal  vaffa…facile”. Quel dito lo ostenta con l’orgoglio tipico di un tracotante troglodita, quasi a voler dire “Io sono il Senatur, mi avete fatto anche Ministro, quindi vi tengo tutti appesi a questo dito”. Perciò, non sorprende più di tanto il fatto che abbia dato dello “stronzo” a Tosi, reo di aver dichiarato che alcuni deputati leghisti fanno venire il “voltastomaco”. 

 

Pur tuttavia, non possiamo fare a meno di sorridere alle dichiarazioni che hanno fatto seguito alla fatica frase (sempre accompagnata dall'immancabile dito medio) “Tosi è uno stronzo”: “... è uno che ha portato nella Lega un sacco di fascisti, cosa che non potrà essere sopportata per molto”.

Scusate l’ovvietà, ma ci pare proprio la classica situazione in cui “il bue chiama cornuto l’asino”. Tosi è un ex picchiatore fascista, e questo lo sapevano tutti. Ma ciò non ha impedito alla Lega di candidarlo a sindaco di Verona. Vogliamo parlare, poi, delle idee della Lega, di quanti ex fascisti, ex nazisti (uno per tutti: Borghezio) razzisti e intolleranti ci sono? E che dire degli atteggiamenti da “ducetto” di quartiere di Bossi stesso? Accusare Tosi di aver portato i fascisti in un luogo costruito da nazi-fascisti, ci sembra un ossimoro.  

mafalda-baila.gifE se per Ignazio La Russa (altro noto fascistone) "Bossi è un genio” perché “ha espulso i deputati fasciti” (leggi contestatari), a noi appare chiaro che nella Lega sono alla schizofrenia. Intendiamoci, dei problemi che ci sono nel partito del Senatur, ci importa davvero poco. Per quanto ci riguarda, prima si sfascia e meglio è. Ma, avessero almeno la bontà di trovare motivazioni più credibili oppure di stare zitti. Certo, noi saremmo privati dal gusto di farci quattro risate (anche se dal sapore amaro), ma loro di sicuro ci farebbero più bella figura.