lunedì 23 gennaio 2012

Bossi e Maroni, parenti serpenti

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Fra un "Berlusconi molla questo Governo o ti molliamo noi…”, e un "Monti fuori dai c…" si chiude il comizio di Milano del Senatur, mentre un muto e ignorato Roberto Maroni fa bella mostra di sé vicino al palco. Dice male alla famiglia del Carroccio, fatta di parenti che in pubblico si abbracciano e in privato si pugnalano alle spalle. Parenti serpenti che ben rappresentano quel microcosmo un po' provinciale che sa diventare molto "velenoso" quando si tratta di interessi e potere. 

Ed è così che le parole di Bossi, fra fischi, fiaschi e omini verdi infuriati, risuonano come un patetico canto del cigno. Come stride con la verità quella foto in prima pagina sulla Padania che mostra i vertici della Lega Nord che sfoggiano un bicchiere di vino e un sorriso a detti stretti che pare un ghigno! 

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I leghisti, inconsapevoli per finta, provano a invocare un congresso con la speranza (ormai vana) che con nuove pedine e nuovi slogan, si possa ritornare ai vecchi fasti. Purtroppo per loro (e per fortuna per noi), sembra proprio che mala tempora currunt per il Carroccio! E non solo per i fischi indirizzati al Verde leader e le minacce di "cucinare" al cartoccio il “trota”, ma anche perché, dopo che con il suo noto fare educato e galante, il Senatur ha chiamato “terùn “ il presidente Napolitano, molte città italiane (da Verona a Bari passando per Vicenza, Bassano, Brescia, Trento, Milano, Roma e Napoli) hanno raccolto firme per depositare una denuncia nei suoi confronti.

Speravano che ci rompessimo, invece io li ho riuniti tutti e si sono dati la mano e questo è il vero segnale di unità", dice il Senatur mentre nega la parola a Maroni. Ma che bella unità. Si azzuffano, si spaccano, si odiano, si minacciano. E mentre Bossi dice "li ho riuniti tutti", Bobo pensa a una nuova Lega e Maroni, barbaro e sognante ammicca alle sue truppe per portare il suo esercito sotto un’altra padana bandiera.

senatur,terùn,napolitano,bossi,lega,maroni,berlusconi,milano,carroccio,comizio,fischiDividi et impera dice lo stratega! In questo caso, però, si vedranno solo le conseguenze del "dividi", perché dell’“impera” non potrà godrà nessuno: la Lega si sta sì polverizzando, ma solo per colpa di una violenta implosione interna destinata a non lasciare nè traccia nè scettro. 

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