venerdì 25 aprile 2014

25 Aprile 2014, c'era una volta...


Dedicato a nonno Francesco, in questo silenzioso 25 aprile 2014 in cui tornano in mente le parole di una delle tante canzoni che ci ha insegnato. Allora non ne capivamo il senso, ma ci piaceva urlare tutti insieme il refrain “... E il Piave mormorò: non passa lo straniero”.


C’era una volta un nonno che faceva da baby sitter ai suoi nipotini. Era nato il 1901, non conosceva le favole. Ma ai nipoti cantava le canzoni che avevano accompagnato la sua gioventù. “Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il ventiquattro maggio. L’esercito marciava per raggiunger la frontiera, per far contro il nemico una barriera…".

- Nonno cosa significa questa canzone? 
- Eh! Cari bambini miei, dal 1943 al 1946, quando il nonno era un giovanotto bello e forte, questa canzoncina era l’inno nazionale italiano. 
- Nonno che cos'è l’inno nazionale? 
- E’ una canzone che cantano insieme quelli che amano la propria Patria.
- E che cos’è la Patria?
- La Patria è il Paese di tutti quelli che parlano la stessa lingua. Noi siamo in Calabria, ma riusciamo a capire cosa dice Zio Pasquale che sta a Torino, o zio Peppino che sta in Sicilia. La nostra Patria è l’Italia ed è il Paese di tutti. E tutti dobbiamo volere bene all’Italia, come se fosse la nostra mamma.
- Ma noi non conosciamo la signora Italia?
- La conoscete perché ci vivete. E dovete rispettarla e proteggerla.
- Se qualcuno fa del male alla mia mamma, io gli do un pugno sul naso.
- E se qualcuno fa male all'Italia, dovete prenderlo a calci nel sedere.
- E chi fa male all'Italia?
- Cari, bambini, ci hanno provato in tanti. Vedete, quando il nonno era giovane, non c'erano le cose che ci sono oggi e non si potevano fare tante cose.  Non si poteva andare a scuola, non si portavano scarpe belle ai piedi, non potevamo fare la pipì in casa, non c'erano i lettini e le cullette per tutti. Dormivamo su materassi pieni di foglie di granturco. C'erano le zecche, le pulci e non mangiavamo tre volte al giorno. Anzi spesso non si mangiava proprio. 
- Povero nonno. E perché?
- Perché c’era la guerra.
- Che cos’è la guerra? 
- La guerra è una cosa brutta assai.
- E perché c’era la guerra?
- Perché qualcuno voleva prendersi la nostra Patria. Ma noi li abbiamo presi a calci nel sedere. Ricordo che era il 25 aprile del 1945. Abbiamo preso per le orecchie tutti i cattivoni che volevano le nostre cose, le nostre terre, i nostri animali, e li abbiamo fatti uscire a pedate da casa nostra. Ce ne siamo liberati. E poi abbiamo fatto una grande festa.
- Bravo nonno!
- E ora cantiamo tutti insieme: “…S’udiva intanto dalle amate sponde sommesso e lieve il tripudiar de l’onde, era un passaggio dolce e lusinghiero. Il Piave mormorò: “NON PASSA LO STRANIERO”.

Il silenzio dei media sulla giornata della liberazione è tanto assordante,quanto colpevole. Perciò, raccontate voi ai vostri figli cosa significa il 25 aprile, intanto che c’è…

2 commenti:

  1. ci siamo liberati di 2 criminali e adesso in democrazia fasulla ne abbiamo 7 milioni di schifosi politici di MERDA

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    1. politici ladri,corrotti, farabutti non amano gli italiani ma i criminali mafiosi come loro, le istituzioni italiane sono piene di MAFIOSI

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