martedì 25 settembre 2012

Renata Polverini e l’omertà istituzionale

Renata Polverini, Bagnasco, Er BAtman, Ulisse, regione lazio, sprechi, dimissioni

Eh sì! Come dar torto al geniale ElleKappa? Renata Polverini getta la spugna e nel caos la Regione Lazio. La pasionaria di bianco vestita si adira, s’indigna e minaccia. Da domani, dice, svuoto il sacco. Ma come? Fino a ieri quel sacco non era vuoto?

Le stranezze della nostra politica non finiscono mai. Solo ieri Renata non sapeva che stava seduta su una polveriera dove le mine erano le truffe, le bombe il malaffare, e le micce le traballanti alleanze? Oppure sapeva, giacché era la sua giunta a stanziare i soldi che i consiglieri si spartivano allegramente, e taceva perché su quella poltrona, nonostante tutto, stava così comoda? E se quelle micce-alleanze, travolte da e spostate da un imprevisto terremoto un non si fossero avvicinate troppo al fuoco del disaccordo, Er Batman (al secolo Franco Fiorito) viterbese, che ha smesso il mantello di pipistrello per indossare quelli extra large del volgare politico rampante che si nutre di ostriche e champagne, sarebbe mai stato ritrovato con le mani in quella tintinnante marmellata fatta di soldi pubblici?

E se Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, non avesse tuonato contro gli sprechi inaccettabili delle Regioni, a cominciare dal Lazio mandando un chiaro messaggio all’Udc che subito dopo ha staccato la spina alla Giunta capitolina, Renata avrebbe lo stesso abbandonato il campo? Se ciò non fosse successo, la battagliera Polverini, che consapevolmente annovera nel suo seguito avvenenti cubiste e un intraprendente Ulisse (alias Carlo De Romanis, noto inventore dei political-party), avrebbe avuto lo stesso questo slancio di onestà dettato dal disgusto per il “Consiglio indegno”? 

"Io so e domani dico!". Ma che significa? Se fosse l’eroina senza macchia e senza tema che il Silvio decanta nel suo forbito dire, l‘impavida donzella se “sapeva”, per amor del vero, avrebbe detto ieri. 

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