Nichi Vendola rinviato a giudizio dalla Procura di Bari. L'accusa è abuso di ufficio riguardo al concorso da primario all'ospedale San Paolo di Bari, vinto dal professor Paolo Sardelli. Una brutta storia.
Brutta storia davvero perché Vendola è il politico “diverso” in tutti i sensi. Vendola parla, e tu pendi dalle sue labbra. Leggi le sue poesie e ti perdi nella tenera forza di quelle immagini. Lo senti mentre parla di economia e disagio sociale, e non ti sorprendi del calore familiare e profondamente umano del suo dire. Ascolti il politico e ti arrivano al cuore le parole dell’uomo. Allora pensi che le due essenze possono convivere e culli questa illusione perché ti piace, o meglio hai un maledetto bisogno di credere che "C'è un’Italia migliore".
Certo chi ha militato nel suo partito ai tempi di Bertinotti, sa bene che anche Nichi non era immune da certi meccanismi beceri che finivano per mortificare i “buoni” e premiare i “cattivi”. Non a caso nel suo entourage sono finiti Gennaro Migliore & Co., i “Berty boys” che hanno affossato la sinistra napoletana meglio conosciuti come "il clan della playstation”. Ma siamo troppo navigati e anche disincantati per non capire che anche questo fa parte del gioco. Allora, se davvero Nichi fosse colpevole perché meravigliarsi? In fondo in politica così fan tutti. Vero. La corruzione e il malaffare, però, nel nostro immaginario collidono con l’idea del “poeta”, uomo dotato di quella straordinaria sensibilità che gli impedisce di comportarsi in modo indegno e di prevaricare sugli altri. Un despota non può essere un poeta. Un ipocrita non avendo rispetto per il prossimo suo, non ha umanità. Però può fingerla sfoggiando un’umanità che sfrutta a suo uso e consumo. E quanto ciò accade il rischio è enorme perché da chi è palesemente malvagio e sleale, ci si può difendere, ma se si finisce nell’infida ragnatela che scientemente tessono i falsi “buoni”, non c’è scampo.
E’ il caso di Nichi Vendola? Per non sentirci degli emeriti imbecilli, ci auguriamo di no. Ma se lo fosse, potremmo trovare nelle sue parole una consolazione forse magra, ma di sicuro tanto poetica: "Siamo belli perché siamo pieni di difetti, non perché siamo onnipotenti, ma perché siamo fragili, perché ci tremano le gambe, perché siamo goffi, perché abbiamo paura, perché abbiamo bisogno d’amore, per questo siamo belli".
Ho solo letto la prima frase di questo articolo: "Brutta storia davvero perché Vendola è il politico “diverso” in tutti i sensi. Vendola parla, e tu pendi dalle sue labbra.". Io per esempio non sono mai fatta appendere dalle sue labbra e parole. Non gli ho mai creduto come non ho mai creduto a tutti i politici di sinistra demagoghi come ritengo Vendola e tutti quelli appartenenti alla sua fede politica.
RispondiEliminaE brava Coralya, non credere alla sx credi alla dx quella dei berlusca, dei delutri, dei previti e ladri-mafiosi vari. Visto che hanno governato bene x questi 12 anni su 17. Visto dove siamo arrivati alla gente come te che vota berlusconi.
RispondiElimina@Coralya
RispondiEliminaLo conosco dalla famosa svolta della "Bolognina" (più o meno), perciò so che non è un ignorantello qualsiasi come Berlusca & Co. ...Perciò, se fosse vera questa vicenda, non possiamo che dare ragione ad Andreotti quando convinto affermava che "Il potere logora solo chi non lo possiede..."...(sigh!)...E a questa regola, a quanto pare, non sfugge nessuno, nemmeno il poeta...