Sul Corriere della Sera leggiamo che secondo un recente studio McKinsey, l’industria del Web in Italia rappresenta ormai il 2% del Pil, cioè oltre trenta miliardi di euro e, addirittura, per Marc Vos, managing director di Boston Consulting Group, nel 2015 il Pil si attesterà intorno a un consistente 4%.
Ora, chiede provocatoriamente il giornale, considerato che oggi l'Agricoltura, che gode del suo bel Ministero, rappresenta il 2,63% del Pil e che nella prossima legislatura, verosimilmente, assisteremo al sorpasso del Web, perché non pensare a un Ministro di Internet, anche senza portafoglio?
Già, perché? Secondo questo ragionamento, giacché in Italia, più che in altri Paesi dell'Unione Europea, il crimine organizzato è economicamente molto sviluppato (con attività nell'usura, estorsione, narcotraffico, traffico di armi e prostituzione), e il giro d'affari di questa economia criminale è stimato intorno al 7% del PIL, necessiterebbe anche un ministro del crimine organizzato. Tra l’altro, se trovare un ministro di Internet ex novo potrebbe essere un’impresa un po’ ardua, di sicuro, nella rosa dei politici italiani, fra tanti papabili a ministro del crimine organizzato, non sarebbe tanto difficile individuare quello giusto.

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