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giovedì 24 novembre 2011

Acqua, la quiete e l’inganno

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Finita la tempesta referendaria del 12 e 13 giugno, si sono uditi “augelli far festa”, purtroppo anche la gallina è tornata sulla via a ripetere il suo verso: l’acqua resta privata e le bollette salate!

"Il più solido piacere di questa vita, è il piacere vano delle illusioni." Giacomo Leopardi

Dopo la vittoria dei “sì” ci si sarebbe aspettato almeno qualche piccolo segno di buona volontà per togliere l’acqua, bene comune per eccellenza, ai privati. E non solo, i sostenitori del “sì” avevano garantito che la prima cosa che si sarebbe fatta in caso di vittoria, era togliere dalle bollette per l’acqua quel 7% che rappresenta l’iniqua "remunerazione del capitale investito". Ebbene, a oggi non è arrivato nessun segnale che vada in questa direzione.

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"Acqua in bocca" pare sia stato il tacito accordo, e così sulla vicenda è calato un silenzio assordante. Finiti i festeggiamenti, tutto è rimasto com’era. Non solo, ma dobbiamo anche tenerci l’ennesima presa per i fondelli di quanti, paladini dell’acqua pubblica, si sono prodigati in proclami e battaglie pro-referendum. Forse non tutti sanno che, per esempio, nel 1996 decreti ministeriali legittimavano l’applicazione della maggiorazione del 7% per la "remunerazione del capitale investito". Nelle parti di legge abrogate dal referendum, non c’era riferimento alcuno a questi decreti (che all’epoca furono decretati – udite! udite!– da Di Pietro in persona!). La legge, dunque continua a essere applicata, ma tutti quelli che con il referendum ci hanno marciato, ingannevolmente, ci raccontano la favoletta che quella norma è stata abrogata e che sono le istituzioni (infide e stolte) a non voler rispettare la volontà popolare. 

E dove sono finiti gli intenti di Vendola di gestire l’acqua fuori dalle logiche di mercato? Semplice, si sono persi lungo la strada “dell’efficientamento” dell’Acquedotto Pugliese che non contempla l’abbassamento delle tariffe! 

Oltre il danno, dunque, pure la beffa. Referendum o no, la guerra dell’acqua non è mai finita, anzi, forse è il caso di rinserrare le file, perché è appena ricominciata. 

venerdì 21 ottobre 2011

Roma, l’acqua e i topi

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"Non si è trattato di un temporale, ma di un nubifragio”, spiega Alemanno. Meno male che c’è il sindaco dell’Urbe che dall’alto del suo intelletto, erudisce noi, miseri mortali. Non ci fosse lui, come avremmo mai potuto cogliere la differenza?

Diventa davvero difficile credere che un cotanto "edotto" sindaco, dopo essersi preso la briga di contare una a una le gocce cadute nella capitale e averne fatto un resoconto "puntuale" sul suo blog, se la prenda con il Meteo che non ha parlato di “nubifragio”, bensì di un “temporale”. Ora i casi sono due: o anche gli esperti non conoscono la differenza tra i due fenomeni atmosferici, oppure molto semplicemente, non è molto facile prevedere “precisamente quanta acqua cadrà oppure, dove in quale area precisa si concentreranno le piogge”, come ha dichiarato Oreste Giuseppe Terranova, dell’Istituto di Ricerca per la protezione Idrogeologica (IRPI). E così, mentre i topi si fanno una nuotatina per le strade di Roma, diventate per loro appetibili fiumi di fogne a cielo aperto, nei talk show si sono aperte le danze dello "scarica barile"! Un ballo in cui i nostri politici mostrano di essere tanto esperti da non trovare rivali! Ovviamente, per non disturbare le danze nessuno parla delle vere responsabilità.

roma,nubifragio,alemanno,topi,acqua,dissesto idrogeologico,allagamenti,responsabilità,meteoNessuno osa accennare, per esempio, alle infrastrutture inefficienti; alle tanto allarmanti quanto ataviche condizioni idrogeologiche; a un’urbanizzazione incontrollata; alla mancanza di una rete di raccolta idrica efficiente o, peggio, alla mancata messa in sicurezza del territorio. E mentre si volteggia al suon di accuse e autocelebrazioni declinando responsabilità e competenze, le nostre città continuano ad allagarsi e a marcire sotto il peso dell’acqua e dell’insipienza politica. A Roma, a Napoli, in Costiera amalfitana, come ovunque in Italia, le persone continuano a morire, le montagne a franare, le case a crollare. E i topi? I topi, felici di nuotare finalmente all’aperto, ovviamente, ringraziano!

giovedì 2 giugno 2011

2 Giugno, dieci giorni all'alba dei "Si"

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REFERENDUM  12 e 13 Giugno: 4 Si per dire NO! Ecco come bisogna votare!

2 SI PER L’ACQUA BENE COMUNE

1 - Si alla abrogazione “dell'art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008”, relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica. 

2 - Si alla abrogazione “dell'art.154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell'Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell' "adeguatezza della remunerazione del capitale investito"

SI PER FERMARE IL NUCLEARE

3 - Si alla “Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare", (titolo riformulato dalla Cassazione)

SI PER CANCELLARE L’OBBROBRIO DEL LEGITTIMO IMPEDIMENTO, la norma che introduce la possibilità per chi è impegnato in attività di governo di non comparire nelle aule di giustizia

4 - Si all’abrogazione dell’ “l'articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l'articolo 2, della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante 'Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza".referendum,giugno,festa della repubblica,acqua,bene comune,nucleare,legittimo impedimento 

Buona Festa della Repubblica e ricordate che "l'Italia "s'è desta"!!!