lunedì 19 marzo 2012

Bossi giù, Di Pietro su e Radicali desaparecidos

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Di Pietro supera Bossi, almeno per quanto riguarda il reddito dichiarato. Il Senatur ha dichiarato un reddito imponibile di 124.871 euro e Di Pietro di 182.207.

Sono online sui siti istituzionali i patrimoni del 32,38% dei politici. Difficile resistere alla tentazione di darci un’occhiata, giusto per farsi venire un attacco di bile. Manco a dirlo, il Paperon de’ Paperoni, rimane sempre Berlusconi che rispetto allo scorso anno vede aumentare di ben otto milioni il suo reddito (40.897.004 euro lo scorso anno e 48.180.792 nel 2011).

Due le cose che saltano agli occhi e che fanno anche un po’ (amaramente) sorridere. La prima e che Umberto Bossi lo scorso anno dichiarava 167.957 euro, quindi, il suo reddito è in calo (circa 43 mila euro in meno), mentre l’ammontare dichiarato quest’anno dal fondatore di Italia dei Valori è il lieve rialzo (circa cinquemila euro in più). E questo gli basta per trovarsi un gradino avanti anche ad Angelino Alfano che di euro al fisco ne ha denunciato “solo” 169.317, e per meritarsi la palma del più ricco leader di partito. Al terzo posto si classifica il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa con 144.373. Seguono il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani (136.885) e il leader di Api, Francesco Rutelli (131.262). Agli ultimi posti della classifica si piazza invece il numero uno della Lega, Umberto Bossi con 124.871. Meno di lui, il vice presidente di Fli, Italo Bocchino (119.529) e Pier Ferdinando Casini (116.986).

115082089.jpgLa seconda cosa "sorprendente" è che fra i tanti senatori che mancano all’appello, in prima fila troviamo proprio i rappresentanti dei Radicali che, oltre ad essersi battuti da sempre per la trasparenza dei conti dei due rami del Parlamento, hanno insistito affinché anche i politici facessero un passo in avanti. Com’è vero che, di solito, chi predica bene, finisce sempre per razzolare male…

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