Ci risiamo. Se c’è una marea di disoccupati, la colpa è dei bamboccioni che vogliono “il posto fisso nella stessa città, di fianco a mamma e papà”. Stavolta la grande rivelazione arriva nientepopodimeno che da Anna Maria Cancellieri.
In un’intervista rilasciata a TGcom24 la Cancellieri, forte del suo stipendio “fisso” e dei suoi privilegi, ci spiega meglio cosa voleva dire Monti a proposito del “posto fisso”: “Monti ha voluto sdrammatizzare, non è stato fatto per mancanza di rispetto verso nessuno". E mentre zelante giustifica il Premier, non si trattiene e, con grande “rispetto” offende migliaia di giovani costretti a vivere con mamma e papà perché non trovano lavoro. E se lo trovano è sottopagato e precario. Ha idea la signora Cancellieri di quanti cervelli esporta l’Italia? E di quanti sacrifici fanno tanti giovani costretti ad andar via dalle loro case per poche centinaia di euro al mese? Ha idea dei sacrifici e dell’angoscia di non potersi costruire un futuro?
"Il mondo moderno ha grandi esperienza di mobilità, – aggiunge - viviamo nella cultura del posto fisso. Il mondo sta cambiando, come avviene nei paesi emergenti". Già! E chissà perché chi non ha un posto fisso, di solito è assunto con contratto a progetto e quindi non ha nessun paracadute sociale, né può usufruire d’incentivi né tanto meno di mutui bancari. Dalle nostre parti sapete come si dice: a vucca è na ricchezza (la bocca è una ricchezza), per dire che con la bocca si può dire tutto, soprattutto cavolate. Ma fra il dire e il mare, c’è sempre di mezzo il proverbiale mare. E nel nostro caso, quel mare diventa sempre più di m…da!
Leggendo articoli qua e la mi viene da pensare che molti rimpiangono Berlusconi e company. Certo, loro certe esternazioni non l'avrebbero mai fatto, perché loro sono furbi e sanno che il popolo va preso per i fondelli senza farglielo capire. Questi invece, da meno di tre mesi al potere, dicono ciò che ogni persona di buon senso e senza interessi di parte pensa e dice. Conosco un ingegnere che cerca, paga bene, da sempre giovani diplomati senza successo. Essi hanno la paghetta dei cari nonnini, la paga di mamma e papà, vanno a letto alle 5 del mattino e vengono svegliati all'ora di pranzo; sono mica scemo che vado a lavorare!!!!
RispondiEliminaNon nego che ci siano casi come quelli che tu citi, ma ti assicuro che la stragrande maggioranza dei giovani vive il dramma del lavoro. Senza andare lontano ti posso dire che ho nove nipoti, alcuni ancora all'universià, altri laureati con 110 e lodi (da lettere a medicina, da scienze delle comunicazioni a informatica, passando per scienze bancarie)...a parte quello laureato in medicina che continua con la specializzazione nella speranza di non fare la guardia medica a vitqa, gli altri da anni passano da un lavoro non pagato a un lavoro precario..ora pensano di andare via.se ti può interessare io stessa appartengo alla categoria dei licenziati per "crisi" dopo 20 anni di lavoro e a 50 anni...sono due anni che cerco ovunque ma non trovo nulla...e ti assicuro che non ho lasciato nulla di intentato...come vedi, mai generalizzare...
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