Qualcuno dovrebbe spiegare a Bossi padre e figlio, che non è un pezzo di carta a far diventare intelligenti. E non basta un titolo a sconfiggere l’ignoranza. Quella stessa ignoranza che nella famiglia del Senatur sembra dilagare e che ha generato una serie di comportamenti tanto gravi, quanto, se permettete, da stupidi “ladri di polli”.
In ogni caso, è diventato fin troppo facile (quasi scontato) fare dell’ironia sul Trota, pardon! Su Renzo Bossi visto che Luca Orlando sul Sole 24ore ci invita a chiamarlo con il suo vero nome perché, scrive, "La nostra Costituzione tutela alcuni diritti inviolabili, tra cui il nome". Comunque, Trota o Renzo che sia, Bossi Junior è davvero una fonte d’ispirazione inesauribile per comici e satirici. Questa storia della laurea in un anno, poi, è stata una chicca dalla quale sfuggire è davvero difficile. Una laurea presa in un anno e per di più in Albania e senza permesso di soggiorno. Ragazzi, che storia. Se non fossimo affetti da nausea cronica per il livello che ha raggiunto il malaffare politico in Italia, ci sarebbe di che ridere per anni.
Ma qui non vogliamo parlare ancora del singolare miracolo del “Trota laureato” che ora pensa ad attività più bucoliche, scoprendo all’improvviso una naturale vocazione per la campagna, ma del genio di alcuni vignettisti. Sono davvero tanti i vignettisti talentuosi che con un semplice disegno hanno raccontato una storia che a scriverla avrebbe richiesto tanti tomi. Qui ne è riportata una davvero originale. Pierfrancesco, infatti, per parlare della vergognosa vicenda di Renzo Bossi s’ispira al film cult “Il Laureato”. Solo che invece del titolo esatto si gioca con la parola "reato" (Il lauREATO); al posto dell’esordiente Dustin Hoffman nei panni di Benjamin Braddock, c’è il Trota sedotto non dall’avvenente signora Robinson ma da una “Laurea” che sfoggia tanto di stemma della Repubblica d'Albania stampato sulla calza.
Un modo raffinato di rilevare un paradosso tutto leghista che vede i fan del Carroccio sfoggiare in Italia un razzismo doc che "respinge" i clandestini e non disdegnano di acquistare speedy lauree a Tirana per i “geni” incompresi di famiglia che vanno a "studiare" clandestinamente in Albania ignorando l'esistenza del permesso di soggiorno. Un esempio palese di quanto è vero che spesso in questa politica italiana così decaduta e pasticciata, "più che l’ideologia poté il bisogno". 

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