"Nel paese della bugia, la verità è una malattia"! Ecco perché adoro Gianni Rodari. E nel nostro paese è diventata la peggiore delle malattie, da debellare ad ogni costo e con ogni mezzo. Come? A suon di parole come “congiura” “complotto”, “magistratura di parte” o peggio “comunista”.
E allora ecco i titoloni a cubitali che parlano di “Silvio spennato” o “Silvio scippato”. Lui, il poveretto! Vittima sacrificale. Tutti attentano alla sua persona e ai suoi soldi. Intanto bisognerebbe chiedersi se davvero sono suoi quei soldi e da dove arrivano, e poi capire chi sono i veri “spennati”. Ai direttori di giornali tanto zelanti (leggi linguetta), abituati da sempre a tessere le lodi del migliore offerente, partiti anche questa volta alla difesa del “Silvio nazionale”, consigliamo di leggere le 283 pagine della motivazione della condanna. 283 pagine in cui è stata ricostruita la storia, iniziata venti anni orsono, tra la Fininvest di Silvio Berlusconi e la CIR di Carlo De Benedetti per contendersi la Mondadori. E c’è davvero di tutto. Una lettura davvero interessante. Nessuno scrittore avrebbe potuto partorire intrigo più “avvincente”.
I nomi? La famiglia Formentone, Craxi, Andreotti, De Benedetti, Ciarrapico, Vittorio Metta, Previti e, ovviamente, Berlusconi e altri personaggi fra amici, parenti e affini. I soldi in palio. E chi ne ha contezza! Abbiamo ragione di credere, senza tema d smentita, che i 560 milioni che Fininvest, in attesa della Cassazione, deve pagare alla CIR, al confronto siano solo bruscolini.
Come si può parlare di “sentenza politica”? Come si può parlare di “complotto”. Andiamo! Un po’ di decenza e, soprattutto di rispetto per gli italiani che, anche quando votano Berlusconi, proprio tanto deficienti non sono.
Ecco la sentenza. Divertitevi!


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