Visualizzazione post con etichetta poeta. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta poeta. Mostra tutti i post

martedì 24 luglio 2012

Nichi Vendola, il poeta frainteso

vendola_primario.jpg

Nichi Vendola rinviato a giudizio dalla Procura di Bari. L'accusa è abuso di ufficio riguardo al concorso da primario all'ospedale San Paolo di Bari, vinto dal professor Paolo Sardelli. Una brutta storia.

Brutta storia davvero perché Vendola è il politico “diverso” in tutti i sensi. Vendola parla, e tu pendi dalle sue labbra. Leggi le sue poesie e ti perdi nella tenera forza di quelle immagini. Lo senti mentre parla di economia e disagio sociale, e non ti sorprendi del calore familiare e profondamente umano del suo dire. Ascolti il politico e ti arrivano al cuore le parole dell’uomo. Allora pensi che le due essenze possono convivere e culli questa illusione perché ti piace, o meglio hai un maledetto bisogno di credere che "C'è un’Italia migliore".  

Certo chi ha militato nel suo partito ai tempi di Bertinotti, sa bene che anche Nichi non era immune da certi meccanismi beceri che finivano per mortificare i “buoni” e premiare i “cattivi”. Non a caso nel suo entourage sono finiti Gennaro Migliore & Co., i “Berty boys” che hanno affossato la sinistra napoletana meglio conosciuti come "il clan della playstation”. Ma siamo troppo navigati e anche disincantati per non capire che anche questo fa parte del gioco. Allora, se davvero Nichi fosse colpevole perché  meravigliarsi? In fondo in politica così fan tutti. Vero. La corruzione e il malaffare, però, nel nostro immaginario collidono con l’idea del “poeta”, uomo dotato di quella straordinaria sensibilità che gli impedisce di comportarsi in modo indegno e di prevaricare sugli altri. Un despota non può essere un poeta. Un ipocrita non avendo rispetto per il prossimo suo, non ha umanità. Però può fingerla sfoggiando un’umanità che sfrutta a suo uso e consumo. E quanto ciò accade il rischio è enorme perché da chi è palesemente malvagio e sleale, ci si può difendere, ma se si finisce nell’infida ragnatela che scientemente tessono i falsi “buoni”, non c’è scampo.

nichi vendola, paolo sardelli,gennaro migliore,berty boys, primario, procura di bari, abuso d'ufficio, poeta,rinvio a giudizioE’ il caso di Nichi Vendola? Per non sentirci degli emeriti imbecilli, ci auguriamo di no. Ma se lo fosse, potremmo trovare nelle sue parole una consolazione forse magra, ma di sicuro tanto poetica: "Siamo belli perché siamo pieni di difetti, non perché siamo onnipotenti, ma perché siamo fragili, perché ci tremano le gambe, perché siamo goffi, perché abbiamo paura, perché abbiamo bisogno d’amore, per questo siamo belli".

giovedì 1 marzo 2012

Lucio Dalla, la morte di un poeta

lucio dalla, rocco papaleo, morte, poeta, cantautore, conzoni, musica, piazza grande

Lucio Dalla era entrato all'improvviso nel cuore della gente e, altrettanto all'improvviso, se ne è andato. Verdoni direbbe "E che? Se fa così..?". Non si può andare via senza preavviso, lasciando tutti frastornati, increduli, attoniti. Ma chissà, forse questo è sempre il miglior modo di uscire di scena. Subito, senza sofferenza e per un artista come Lucio Dalla, anche all'apice della sua carriera artistica. "A modo mio...", cantava in "Piazza Grande". Già! A modo suo anche nella morte. 

Ci mancherà Lucio. Ci mancherà la sua musica ma, soprattutto, la sua poesia perché, come ha saggiamente detto Rocco Papaleo, oggi abbiamo un grande bisogno di essere essere stimolati dalla poesia per uscire da una depressione che ci attanaglia e inibisce le nostre possibilità...Un poeta in meno su questa Terra - sempre più arida di sentimenti - sulle nostre anime assetate sortisce lo stesso effetto devastante dei lunghi periodi di siccità nelle aree già desertiche...