Amnistia e indulto. Questi i rimedi proposti dal Capo dello Stato per risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri. Se dietro tutta questa storia non ci fosse il solito, annoso, inevitabile caso personale del cavalier Berlusconi, potremmo anche chiudere un occhio, turarci il naso, girarci dall'altra parte.
Ma nel male e nel male (e non nel bene e nel male) alla fin fine tutto è funzionale, tutto è riconducibile al conflitto di interessi, o anche solamente agli interessi di un solo uomo. Mala tempora currunt. Sinceramente, avremmo preferito che l'appello accorato di Napolitano, il suo messaggio alle Camere, avvenisse in tempi non sospetti, prima della condanna definitiva di Berlusconi, subito dopo aver parlato di "prepotente urgenza sulla questione carceri". Ora l'urgenza è ancor più prepotente per i poveri carcerati, che muoiono a decine suicidi, ammassati e torturati come bestie; tuttavia sembra divenuta prepotente anche per il caso personale di Berlusconi. Ma la vera, prepotente urgenza per il Paese è che il Cavaliere si levi di torno una volta per tutte. E' un requisito minimo di serietà e di democrazia. Poi si può discutere tutto.