lunedì 4 novembre 2013

Berlusconi e Cancellieri, differenze e censure

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Il Ministro Cancellieri è alla gogna per il proprio intervento sulla detenuta Ligresti, e il Pdl, strumentalmente, mette in relazione quest'intervento con quello di Berlusconi nell'arcinoto caso Ruby, assolvendo sia la Cancellieri che il buon Silvio.

Ma le differenze ci sono e sono tangibili. La Cancellieri si è occupata di una questione di salute di un'amica di famiglia, mentre Berlusconi si è occupato di non far andare in carcere una sua piccola protetta, coinvolta in giri quantomeno discutibili, e dandola in affidamento a personaggi altrettanto discutibili tramite la sua pettoruta e miracolata consigliera regionale (Nicole Minetti), non meno coinvolta in questi giri. Per non parlare della balla colossale e offensiva per l'intelligenza, della nipote di Mubarak. Insomma, giri di prostituzione e probabilmente di malaffare, in un quadro di vergognose messinscene, con olgettine, bunga bunga e quant'altro.
La prima è semplicemente una questione censurabile, la seconda obiettivamente fa schifo e rientra perfettamente nel Berlusconi style.
Tuttavia, il comportamento della Cancellieri, ancorché giustificato da maggioranza e opposizione, non è bello. Non è bello che un ministro intervenga direttamente sulla signora Ligresti (ricchissima famiglia con notevoli guai giudiziari) perché da quelle parti lavora il figlio stesso della cancellieri. Né, francamente, regge la storia delle centinaia di interventi umanitari operati dal Ministro in casi analoghi, non fosse altro perché è ministro della giustizia da pochissimo tempo, e non avrebbe nemmeno potuto operarli materialmente.
E resta tutto da capire il criterio in base al quale il ministro interverrebbe per una persona e non per un'altra, visto che in Italia i casi di mala detenzione sono migliaia e migliaia: ce li racconta tutti i giorni la terribile situazione carceraria di un Paese pluricondannato dall'Europa per la propria patente illegalità nel sistema detenzione.
E, infine, chissà se qualcuno, come vorrebbe l'etica e la correttezza, prima o poi cominci ad approvare comportamenti del tipo: "Non intervengo, proprio perché è mio amico, e la carica istituzionale non mi permette di far sollevare dubbi sulla mia imparzialità." Chimere? Sogni? Può darsi, ma durante la prima Repubblica abbiamo conosciuto alcuni politici, pochi, che ragionavano proprio in questi termini.
Vediamo se qualcuno può indicarne altri che si comportano allo stesso modo anche nella seconda. Forse ce ne sono, ma l'individuazione è ancor più difficile, ne siamo certi.

3 commenti:

  1. un nome per tutti: Sandro Pertini. Fosse stato Lui il Primo Ministro, la (si fa per dire) onorevole cancellieri si sarebbe già dimessa 'spintaneamente' da parecchio !!!!

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  2. Se ci fosse stato Sandro Pertini...forse non sarebbero successe tante cose...

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  3. forse Scilipoti.....?Cara Eleonora, è veramente triste non avere un nome della politica da indicare come persona imparziale nella gestione del suo mandato.Speriamo nelle nuove generazioni o forse meglio, nei robot...Ciao.robi

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