Si e no, in assoluto i due monosillabi più difficile da pronunciare. Anche quando la decisione sembra facile o scontata, dire "si" o "no" impegna sempre molto il nostro cervello. Costretto a elaborare in quel momento un gran numero di dati complessi.
Andiamo a fare shopping? Invitiamo gli amici stasera? Andiamo al cinema? Ti piace Giulia? Ami Riccardo? Mangiamo cinese? Sono domande cui, in genere si dà una risposta immediata. In fondo sono decisioni facili da prendere. E di piccoli dilemmi come questi le nostre giornate sono piene. Ma cosa succede a livello cerebrale quando siamo costretti a prendere una decisione? Una domanda alla quale, da sempre, tentano di dare una risposta matematici austeri, economisti, psicologi fumosi, filosofi astrusi e brillanti scienziati. Il meccanismo decisionale è così complesso che oggi, nonostante ancora si sappia ben poco della natura di una decisione, è certo che per dire un “si” o un “no” il nostro cervello è costretto a elaborare un gran numero di dati. Entrano in gioco neuroni, esperienza, sfera emozionale, intelligenza, cultura.
Insomma, prendere una decisione, semplice o importante che sia, mette in moto un meccanismo che coinvolge cervello, corpo e anima. Ovviamente noi non ci accorgiamo di quanto succede. La nostra sfera emozionale riesce solo a registrare la nostra eventuale difficoltà nel dire “si” o “no” e non sempre la risposta data ci lascia soddisfatti o è veritiera. Quante volte ci capita di dire “si” solo per far felice chi ci sta vicino o perché tale risposta ci affranca da discussioni infinite. E ci troviamo in difficoltà nel dire “no” specialmente a persone a noi care o dalle quali dipendiamo, nonostante la consapevolezza che quel “no” sia giusto e che, spesso, dirlo è un diritto inviolabile, anche se a volte fa davvero male. Di rimando, dire “si” lascia visi sorridenti e rende meno complicata la vita.
Ma dire sempre “si” all’altro, chiunque esso sia, per renderlo felice o per piaggeria non è corretto nei confronti del nostro interlocutore ma, soprattutto, nei nostri. Il dovere di ognuno è semplicemente quello di rispettare il prossimo suo, cosa che si può fare anche dicendo un onesto e sentito “no”.

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