venerdì 3 febbraio 2012

Stupro di gruppo, la sentenza della vergogna!

STUPRO DI GRUPPO, SENTENZA, CASSAZIONE, CARCERE, DONNA, PARI OPPORTUNITà, violenza

Pensavamo di averne sentite così tante, che ormai nulla ci potesse meravigliare. Come ci sbagliavamo. Ecco una notizia che non solo soprende, ma fa anche sobbalzare dalla sedia. Alcuni ragazzi colpevoli di aver violentato in gruppo una giovane minorenne di Cassino non andranno in carcere perché per questi ragazzi la Suprema Corte di Cassazione ha esteso “la possibilità per il giudice di applicare misure diverse dalla custodia in carcere anche agli indagati sottoposti a misura cautelare per il reato previsto all’art. 609 octies c.p.”, allargando il dettato della Corte Costituzionale, e della Corte di Strasburgo, che prevede la custodia cautelare per gli indagati di criminalità organizzata e di reati di mafia.

Alla corte di Cassazione probabilmente non hanno ben chiaro il concetto di "violenza", a quanto pare, perché il reato è insito nella parola stessa: "violenza". Ma proprio perché la "violenza" si tratta come un "gossip" finisce per perdere il suo vero nefasto significato cioè quello di "un'azione molto intensa che ha come fine il recare danno grave a una o più persone o animali e compiuta da una o più persone che operano sinergicamente. Col termine si indica comunemente l'azione fisica o psichica esercitata da una persona su un'altra (anche si può, nella specificità del termine, includersi l'azione fisica e psichica di un uomo su un animale). La violenza, quindi, non necessariamente implica un danno fisico". E se intende la violenza in questi termini, non vi dubbio alcuno che essa è un delitto previsto, peraltro, dall'art. 610 del Codice Penale secondo cui "Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione..."

Ma le lauree (ahinoi!), a quanto pare non bastano ad alimentare quella ragionevolezza che serve a far ritenere uno stupro il peggiore dei delitti (per molti versi peggio dell'omicidio stesso). E questa sentenza, a dir poco, indegna, ne è una prova lampante. Come può esserci disparità di misure in un crimine di gruppo? E' come dire che, nello stesso furto, al ladro si danno dieci anni e al palo l'assoluzione.

Non solo la sentenza della Cassazione appare priva di senso, ma addirittura illegittima perché viene meno ai dettati del nostro Diritto penale che per quanto riguarda l'associazione per delinquere sono chiarissimi "associazione per delinquere, laddove lo stesso fatto di partecipare stabilmente all'associazione, a prescindere dalla realizzazione di alcuno dei reati scopo dell'associazione, configura un fatto di reato del quale sono tenuti a rispondere tutti i partecipanti". Se c'era la stessa premeditazione e la stessa volonta di tutti a commettere il reato, cosa cambia se qualcuno ha "tastato" più e altri di meno? E quant'anche qualcuno di loro fosse rimasto solo a guardare, non è ugualmente colpevole del reato? Dove si possono trovare le attenuanti? 

STUPRO DI GRUPPO, SENTENZA, CASSAZIONE, CARCERE, DONNA, PARI OPPORTUNITà, violenzaCerto, noi non siamo addetti ai lavori e per capire bene l'argomentare dei giudici della Suprema Corte, bisognerebbe leggere la sentenza per intero. Ma se le cose stanno davvero come riportate dai giornali, saremmo di fronte a un vero e proprio tentativo di minimizzare il reato di stupro, con l'aggravante che se esso è viene "consumato" in gruppo diventa "stupro di Stato". E questo, se permettete, non solo ci fa accapponare la pelle, ma ci fa anche tano in...furiare!

1 commento:

  1. certo x loro è facile fare le leggi xchè questo alle loro famiglie non succederà mai xchè colpiscono sempre le persone comuni. vergognatevi ...........

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